L’origine delle lingue è un argomento che nel corso della storia
dell’uomo ha suscitato notevole attrazione ed interesse culturale nei confronti
di studiosi delle discipline più disparate ed apparentemente distanti. Storici,
psicologi, medici, anatomisti, geologi e altri ancora, si sono confrontati nel
corso dei secoli con tale argomento, dando vita a teorie di matrici differenti,
spesso intersecanti o addirittura contrastanti fra di loro. Pertanto, il
complesso di teorie riguardanti l'origine delle lingue, indistintamente
provenienti da ambiti di matrice differente, è detto Glottogonia.
Nonostante questa premessa, è bene
precisare che, perlomeno in ambito linguistico un fattore universalmente accettato
è il fatto che non esistano lingue primitive e soprattutto che il complesso
delle popolazioni umane moderne, utilizzi lingue di complessità paragonabile
l’una con l’altra. Sebbene le lingue esistenti differiscano da un punto di
vista di ricchezza terminologica e lessicale, la grammatica e la sintassi di
base è un fattore di complessità comune di ognuna oltre alla possibilità di
inventare, tradurre e prendere in prestito vocaboli necessari ad esprimere
l'intera gamma di concetti richiesti dai parlanti, nel più efficiente modo
possibile. Tutti gli esseri umani possiedono abilità linguistiche simili e soprattutto
non esistono bambini che posseggano una predisposizione biologica utile
all’apprendimento di una determinata lingua piuttosto che un'altra.
A questo punto è quindi possibile
introdurre definitivamente la radice della questione glottogonica: quando si
verificarono le condizioni utili al decollo linguistico?
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