Il nostro pianeta è sede di
innumerevoli forme di comunicazione delle più svariate tipologie, riconducibili
ad altrettanto svariate ed innumerevoli razze, specie, tipologie di esseri
viventi; che si tratti del mondo umano o animale, l’esigenza comunicativa è pertanto
soddisfatta in pieno da un vastissimo range di possibilità dipendenti da
variabili quali ad esempio:
·
La
specie o razza.
·
Le
capacità comunicative: ovvero il risultato diretto di conoscenze e capacità
psico-fisiche sia umane che animali.
·
Le
possibilità di comunicazione: ovvero tutti quegli elementi ambientali e
circostanziali che determinano o più semplicemente influenzano l’utilizzo di un
codice o metodo comunicativo piuttosto che un altro.
·
Le
necessità comunicative: ovvero il grado di specializzazione e peculiarità che
la comunicazione intende raggiungere.
Inoltre, al fine di comprendere
appieno le svariate possibilità utili a soddisfare qualsivoglia esigenza
comunicativa, è importante fissare bene a mente la differenza concettuale che
intercorre tra lingua e linguaggio.
Lingua e linguaggio
vengono spesso confusi nell'uso comune. In linguistica il termine
"linguaggio" indica un sistema di simboli auditivi o visivi per mezzo
dei quali gli uomini o gli animali comunicano fra di loro. La "lingua" invece definisce la
realizzazione pratica, che varia da cultura a cultura, di quella stessa facoltà
attraverso sistemi di segni che uniscono in modo arbitrario significante e
significato.
Quindi, come già detto
precedentemente, considerando il nostro pianeta in quanto sede di innumerevoli metodologie
comunicative (lingue e linguaggi) ben distinte l’una dall’altra sia nel target
che nei mezzi e nelle forme, sarebbe insensato pensare che sia per lingue che
per linguaggi di diverso tipo, possano esistere corrispettivi esattamente
equivalenti da un punto di vista non solo concettuale, ma anche intuitivo ed
emozionale. Un esempio pratico ci è fornito dalle sfumature fortemente
onomatopeiche che caratterizzano la lingua italiana molto più che altre lingue;
parole come: boato, fragore, stridulo (ecc.) anche se contrapposte semplicemente sotto un punto
di vista sonoro ai propri corrispettivi anglosassoni roar, clash, pipy, risulteranno differire
soggettivamente nei risultati sia per quanto riguarda aspetti emozionali che
per aspetti intuitivi e percettivi e di conseguenza da un punto di vista concettuale.
Ciò è la causa di difetti di
comunicazione comunemente denominati gap
culturali, ossia una qualsivoglia differenza che si interpone al contatto
di due culture differenti causando rallentamenti, incomprensioni o addirittura
stravolgimenti concettuali.
Il concetto di gap culturale al
giorno d’oggi risulta essere argomento di crescente attualità in quanto conseguenza
direttamente proporzionale ai concetti di globalizzazione, multi etnicità e
multiculturalità sempre più inarrestabilmente presenti in contesti sociali
moderni tipici di territori ed abitanti occidentali. L’apertura delle frontiere
tra i Paesi membri dell’Unione Europea, il miglioramento e l’incremento di
trasporto pubblico e privato -che sia su gomma, rotaia, aereo o marittimo- la
facilitazione all’utilizzo di questi ed altri mezzi di trasporto, la notevole
crescita culturale media registrata soprattutto durante la seconda metà dello
scorso secolo su territorio europeo e mondiale, –fattore determinante la
volontà individuale di conoscenza ed accrescimento culturale diretto, pertanto,
causa di spostamenti nonché migrazioni non più solo su territori nazionali
bensì anche internazionali- l’apertura e la creazione di nuovi mercati mondiali
e l’introduzione di concetti nuovi quali ad esempio quello pocanzi accennato di
globalizzazione, tutti questi ed altri fattori concorrono alla creazione di gap
culturali ed implicano una altrettanto notevole necessità di livellazione degli
stessi. Basti pensare ad esempio, ai nuovi agglomerati cittadini sorti negli
ultimi decenni negli Emirati Arabi e non solo; Abu Dhabi e Dubai rappresentano
due esempi perfettamente calzanti, di una sempre più diffusa volontà/necessità
di livellazione di gap culturali. Due metropoli, perle simbolo di una sempre
più dilagante multi etnicità globale; sorte dal nulla in un deserto tanto arido
quanto culturalmente distanti possono essere la cultura araba filo mussulmana
se comparata con la cultura occidentale di radice cattolica, eppure, prove
tangibili di una evoluzione probabilmente volta al soddisfacimento di meri fini
commerciali, ma comunque innegabilmente in atto. Esistono però molti altri
esempi geograficamente più vicini a noi, utili a comprendere la necessità di
una mediazione linguistica e culturale come conseguenza del fenomeno di
globalizzazione. Londra, Madrid, Bruxelles, Parigi ma anche Roma, Praga,
Zurigo, New York, Los Angeles e tante altre capitali o città europee e mondiali
si sono trovate incessantemente sin dal periodo post-bellico (Seconda Guerra
Mondiale) a dover fare i conti con flussi migratori crescenti, con provenienze
delle più disparate. Ciò è stato l’incipit di una nuova era, volta al
raggiungimento di un benessere globale, dove la necessità di livellazione di
gap culturali non è altro che espressione di una volontà comune volta al quieto
vivere e pertanto al rispetto reciproco. È risaputo ad esempio che in alcune zone
degli Stati Uniti, fortemente soggette a flussi migratori non anglofoni, è
fornito (secondo legge) un servizio di interpretariato in luoghi pubblici quali
ospedali, tribunali o uffici per gli immigrati. In Italia, paese fortemente
soggetto a flussi migratori dalle coste africane, sono stati più volte forniti
mediatori linguistico-culturali pagati dallo Stato per agevolare la
comunicazione nei centri di accoglienza. A Zurigo, Parigi, Londra ed
ultimamente anche a Madrid, megalopoli influenzate da flussi migratori di ben più
rilevante importanza, è facile trovare indicazioni stradali, commerciali,
culturali, tradotte in multilingua, accessibili non più solamente da persone
anglofone.
A fronte di quanto finora detto, uno
spunto di notevole interesse può essere fornito da una analisi approfondita
delle barriere culturali, incomprensioni e sentimenti di contrasto, che possono
scaturire dal confronto di due realtà linguistiche opposte. Nel capitolo
seguente verrà pertanto introdotto tale argomento, a partire da cenni
storico-mitoligici.
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